FOSFORESCENZE
Forse per noi
vuol dire mettersi
alla prova
cercare sempre
quello che non si trova.
Forse è una sfida
alla perfidia
pensare che nel buio
il diavolo sorrida.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Forse per noi
vuol dire mettersi
alla prova
cercare sempre
quello che non si trova.
Forse è una sfida
alla perfidia
pensare che nel buio
il diavolo sorrida.
Voi siete quelli
dalle mani lunghe
che dai margini sbrecciati
vi accaparrate il centro
d’ogni cosa.
E non vi vergognate!
Noi siamo quelli
traditi e raggirati
da una promessa idiota
che nonostante tutto…
da cosa nasce cosa.
Dimenticando il lutto…
Una Caccia Imperiale
di suoni e colori
un vento di fiori
che viene da fuori
ed entra nel bosco…
Le appassionate rosse
sono la fragola e la rosa
che vivono appartate
ma al centro d’ogni cosa.
Da sotto i grossi sassi
in pieno sole
lucertoline verdi
vivacissime
nascondono la coda.
Le coccinelle sorridenti
passeggiano felici
tra i fiori preferiti.
Le formichine, invece,
serie serie
misurano la strada
dal fondo di un paniere.
Sopra uno specchio d’acqua
è tutto un brulicare
di moscerini d’oro,
che danzano nell’aria
riflessi dentro il fondo
di una fonte.
Qualche ragnetto nero
un po’ appartato
canticchia sottovoce
mentre tesse…
una coperta a fiori
per il prato.
Ma c’è un funghetto amaro
lì vicino
che guarda avvelenato…
un ottimo porcino.
Tre tortorelle bionde
si chiamano a ripresa,
un serpentello viscido
nasconde la sua impresa…
E poi leggiadre farfalline
variopinte
piccoli aerei verso il sorriso
azzurro dei bambini.
Gabbie di vetro
trasparenti,
uccelli dalle piume
colorate
che cantano al creato
la loro melodia.
Lungo la strada bianca
che scorre polverosa
aldilà del bosco,
passa qualche mucchina
pensierosa…
Che guarda con disprezzo
una mosca un po’ noiosa
che senza dirle niente…
gli ronza sulla coda.
Dietro di lei
un cavallino stanco
che tira come il vento
un carrettino bianco,
che porterà lontano
la leggerezza e il peso,
i sogni d’ogni cosa…
La fragola e la rosa
i fiori e gli uccellini
l’incanto dei giardini,
l’innocenza…
la fine dell’infanzia
che non potrà tornare
se non per ricordare…
Scende la notte
si chiudono all’istante
mosse dal vento
le porte d’oro della
fantasia,
scompare il bosco
assieme al suo padrone
che con sussiego gira
la ruota teatrale del pavone.
Come per gioco
se metti sottovuoto
un bacio rossofuoco
puoi mantenere intatto
l’attimo di una passione
che non sfugge,
che non finge,che non stinge,
finchè ne hai la prova…
Se cerco gli altri
senza guardarmi
scopro la pena di
allontanarmi.
Se cerco me
senza affannarmi
ho la certezza di
ritrovarmi.
Le donne stanche
sono un crepuscolo di foglie
dov’è piovuto il pianto.
Ma loro fino in fondo
non lo sanno.
Sono tabacco senza energia
e assieme al fumo volano via
sui tetti piatti della solitudine.
Guardandosi le mani screpolate
pensano a un sogno micidiale
che le consuma…
Le donne stanche possono
cambiare
lasciando aperta quella parete
ibrida
della rassegnazione.
Pronto Intervento
tra me e il mondo esterno.
L’incarico più lieve sottintende
un sovrappeso di dolore,
che mi ha lasciato un segno
ardente sulla pelle.
Rosso rubino scuro.
Quante persone
lasciamo entrare
dentro la nostra
mente?
Dipende: tante,
poche o niente.
Quello che conta
è la prova delle tue
esperienze,
che poi diventano la
tua fortuna…
Se stai bene con tutte,
con poche o nessuna.
La Creatività
è un’accensione unica
di stelle.
Un’orchestra potente
di globuli rossi
in azione.
Un carico lieve
di nubi viaggianti
senza fissa dimora.
Immagini leste
volate nell’aria
della memoria,
riprese e guardate
di nuovo lanciate
in mondi celesti
che ritornano a noi.
Si sposti pure l’asse dei sogni,
mentre io rimango aggrappata
alla velocità del cielo.
Per non avere compromessi
scomodi col mondo intero.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
© 2017 :: Tutti i testi e le poesie sono di esclusiva proprietà di Maria Grazia Nigi. Ogni uso non autorizzato sarà perseguibile per legge.