BENEFICIO DEL TRAUMA
Se non avviene “un trauma di riconoscimento…”
Tutte le esaltazioni che vedo da vicino,
hanno lo spazio ebete di un giorno.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Se non avviene “un trauma di riconoscimento…”
Tutte le esaltazioni che vedo da vicino,
hanno lo spazio ebete di un giorno.
Mafia D’asporto: Pronta consegna al sotterfugio della Morte,
che senza dir parola guarda e conferma.
Più nero di Nerone è stato Hitler,
(feticcio funerario).
Alzi la mano chi non ha tremato,
(ma non di fronte a Roma)
ma in ogni Stato.
Di fronte al passo folle… cadenzato.
Per prima cosa nascondo il Sogno,
per ritrovarlo intatto domattina.
Tutto il superfluo,che toglie spazio
alla mia cara Anima lo getto via.
Nella bocca ciarliera del forno.
L’arista ha il cuore nudo,
eternamente appeso al cielo
chiaro e cupo delle sue emozioni.
Schiva gli untori…
Più che di “stenti” vive e muore
senza progetti.
Nella difformità del vero,
anche Gesù pianse il tradimento.
Ma, come già scritto nel disegno…
(nella difformità del vero)
amò con tutto il cuore il suo assassino?
Oppure rese grazia all’obbedienza
del divino.
Sulla più bella fronte, che per sentito dire,
suscita in noi un desiderio enorme…
Scivolano come gocce, i mormorii segreti
delle mie inquiete ombre.
Dentro la notte buia
guardo il fantasma fisso
della luna,
che mi sorride e dice:
voi respirate la vita
dentro il giorno,
inconsapevoli del
gioco…
Legati mente e corpo
a mille opzioni
che guidano il destino.
Tra queste, una soltanto,
(se siete fortunati)
potrà venirvi incontro…
a chi darà il suo bacio
la stella del mattino?
Tacitamente,
guidata da un impulso prorompente,
ho acceso la radio d’ogni cuore,
ma non ho udito nessuna musica.
Solo una voce, sempre presente,
andava ripetendo laconicamente:
In questo mondo che profetizza tutte
le sue feste,non è successo niente…
Noi siamo tutti morti, morti per niente.
Del nostro dire concitato e sterile,
cerchiamo d’inseguire un soffio di Speranza.
Sala d’attesa illuminata,sosta obbligata nel
largo giro della nostra Mente.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
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