AUGURI AMARI
IL BUON GOVERNO
CREA.
IL BUON GOVERNO
AFFONDA…
BUON NATALE
AL BUON GOVERNO
CHE E’ ALLA GOGNA,
AMMANTATO DI GELIDA
FALSITA’
E NON SE NE VERGOGNA!
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
IL BUON GOVERNO
CREA.
IL BUON GOVERNO
AFFONDA…
BUON NATALE
AL BUON GOVERNO
CHE E’ ALLA GOGNA,
AMMANTATO DI GELIDA
FALSITA’
E NON SE NE VERGOGNA!
Pochi possiedono
così tanta luna,
quando la luna
( lei o nessuna)
in piena notte
t’illumina la mente.
Quale mistero
negli occhi di colui
che può vedere
dove la luce manca.
Mio caro amore,
ti scrivo rinchiusa nel ventre
di un seme ghiacciato senza
colore.
E lì da te, il sole, continua
a scaldarti l’umore?
Oppure anche lui s’è stancato.
Voltando le spalle al passato
io vivo lontana ma sempre presente…
Sul velo di brina che splende,
ho scritto il mio nome: la forza,
l’amore, che danno colore a questa
mia cartolina d’inverno.
Se il mare
delle insegne
luminose
si dimette…
il nome tuo
esaltato
si disperde.
Ma come,
coabiti con me
da tanti anni,
e ancora mi nascondi
i benefici e i danni.
Insomma,
che cuore sei?
Stai a destra
o stai a sinistra?
Decidi tu.
Tanto lo sai,
non avrai mai
il mio voto,
che dato controvoglia
si disperderebbe…
mi venga un accidente
se non è così.
Graziose terapie
t’offre la vita,
come la nascita di un
fiore a mezzanotte.
E tu che ti sentivi
un po’ intristita,
mentre lo guardi
t’accorgi all’improvviso,
che dentro il buio
si può vedere il sole.
Amo tutte le cose
a cui creo un ordine.
Ma ancor di più amo
l’ordine delle mie idee.
Impresa assai difficile
da raggiungere,
poichè le idee prima
di trovare un ordine…
devono necessariamente
accavallarsi in una corsa
infinita tra me e loro,
che non si curano di me
per fuggir via.
Nell’incostanza della luce,
che ti dice, che ti dice,
la coscienza?
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
© 2017 :: Tutti i testi e le poesie sono di esclusiva proprietà di Maria Grazia Nigi. Ogni uso non autorizzato sarà perseguibile per legge.