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Maria Grazia Nigi

Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.

PICCOLI TAPPETI VOLANTI

25 settembre 2007

Oro d’autunno
mi staccherò da te
poi volerò lontano
confusa in un pulviscolo
di foglie.

*

Fulgida stella
ho più diamanti io
di te
son la rugiada che fa
brillare l’erba.

*

Se vuoi ascoltare
quello che dice il fiore
cambia la terra al vaso.

*

Che tenerezza
l’orecchio profumato
della rosa
che si posa sul morbido
velluto
di un seno nudo.

*

L’Intelligenza
suprema zona ventilata
del cervello.

*

Io so degli altri
quel poco o tanto
che vedo
il resto lo registra la
Coscienza.

*

Da sempre
come una tassa fissa
l’Amore paga i debiti
dell’egoismo.

*

Satira maliziosa
parli con gli occhi
mentre la bocca ride,
di quello che sa e non
lo dice.

*

La fretta
freccia impazzita
dentro la testa degli
uomini
troppo veloci…
che mirano ha raggiungere
ogni impossibile traguardo.

*

Io di questo amore
mi vesto
per denudarmi poi
di fronte al mondo.

*

L’hanno vista volare così
come una rondine
sospesa nell’azzurro
incline alla terra.

*

Da innumerevoli correnti
arriva il blu del mare
alti gradini liquidi
increspati
saliti dai gabbiani
innamorati.

*

Tenui vapori
bianco rosati
rosso ciliegia
oro d’arancia
giallo albicocca
venti di perla
alzano il cielo
per salutare l’alba.

*

Ah cadetemi addosso
stelle!
entratemi nella pelle
voglio correndo portarvi
lontano
voglio essere un faro
umano.

*

Che la barca del sonno
sia leggera
per trasportare il peso
più soave.

*

Se noi potessimo spiegarci
l’attimo
in cui è costante l’amore
non dormiremmo
increduli.

*

Spesso ho teso l’orecchio
dove le piaghe si possono
ascoltare…

*

Ho conservato
una tua lacrima verde
nel taschino
per abbellirmi i tempi.

*

Potesse un giorno
la mia mano
accendere l’aurora
e illuminare il mondo.

*

I tuoi occhi
due rondini nere affilate
sorvolano un cielo
d’inchiostro
cosparso di nubi rosate.

*

Avrei bivaccato
a lungo
sulla coscienza degli
uomini
poi avrei pianto lacrime
di limone.

*

Adesso su di me
faccio piano come
in chiesa
per non calpestare
il morto.

*

Fosse venuto a me
un angelo a parlarmi
avremmo confuso il
pianto
poi per solitarie vie
diretti verso il cielo.

*

Un porto blu
dove non appodo
mai
segnato da una
stella
che mi brilla in pugno.

*

Gli uomini
come le capre
si accavallano negli
ovili
per poi disertarli.

*

Non mi piace
l’amicizia che mi dai
è condominiale
chiedi di me
della mia vita
col tono e la scadenza
di un contratto.

*

Fili tenaci di seta rossa
le mie parole
per ricucire un tempo
sbranato dai barbari.

*

Chi non ha salito
il Calvario
non sa nulla del
passo
nè conosce i suoi piedi.

*

Per voi che avete
la coda mozza
l’imputazione è grave.

*

Energie di mille stazioni
elettriche
m’impongono questo
viaggio
e sono in transito
per altre dimensioni.

*

Sicura che vivo
mi alzo d’impulso
un guizzo di fuoco
mi apre la via.

Poichè la verità 
libera e salva
il vento dell’oceano
sospinge
e non affonda la mia
barca.

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