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Maria Grazia Nigi

Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.

PIAZZA ARMERINA

25 settembre 2007

Racconta un’antichissima
leggenda siciliana
portata su dal mare.

Donna Armerina piange
come una fontana,
il suo padrone giramondo
è andato via.
Senza terra l’ha lasciata.

Donna Armerina arranca
lungo la strada.
Scioglie i capelli neri,
ali di vento
dentro la nottata.

Straccia la veste bianca,
toglie la chiave d’oro
nascosta dentro il seno.
La getta dentro il pozzo
che è segreto,
dove la luna dorme rispecchiata.

Guarda l’ultimo cielo
pieno d’ombre, poi si nasconde.
E’ disperata!

Intanto dentro la casa bruna
fatta di spine,
le sue sorelle maghe,
preparano frittelle di sventura.
Donna Armerina,
ne mangerà  più d’una…

Come una musica celeste
passano in volo mille anni…
Passano le colombe
e i falchi.
L’abbaglio dei colori,
assieme a tutti gli abitanti.

Quando d’un tratto
un forte vento,
un grido di potenza
spacca la terra cruda…
Sotto la buca buia,
avanza e suda
la lucentezza dell’avorio.

Bianca cintura delle mura
che prende forma sotto il sole,
come un castello magico
che s’ingrandisce lungo la
pianura.

Dice la storia,
ormai tornata a galla
come una ninfea,
perchè sia raccontata…

Prima che diventasse roccia
che diventasse pietra rosa,
bagliore di corallo
ricamo della natura.

Piazza Armerina era una donna,
era una fiamma
era la storia di una creatura.

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