PROVOCAZIONE
Spesso collaboro
con simpatia,
a un’evidente antipatia
di alcuni uomini.
Per provocare
a entrambi
un effetto pirotecnico.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Spesso collaboro
con simpatia,
a un’evidente antipatia
di alcuni uomini.
Per provocare
a entrambi
un effetto pirotecnico.
Tu come nessuna,
più solitaria della
luna.
L’unica interferenza,
il respiro della distanza…
il luogo magico di
residenza,
che non può scendere
nella tua stanza.
Laddove spesso andiamo,
guidati dai sussurri della
fantasia,
di tutto si può fare…
come portarsi a casa
il mare,
dentro un impulso
azzurro.
Alle mie giuste
proporzioni,
aggiungo il brivido
delle sproporzioni…
Cosi facendo,
ottengo una figura
libera
che non ha misura.
Soltanto i morti
non entrano più
in crisi.
Dall’alto delle lapidi
sorridono felici,
sempre uguali, senza
guai…
Come spesso
stupidamente capita
anche ai vivi.
Madre Nutella
ha i capezzoli neri,
perchè non esce latte
dal suo cuore.
Tutti i bambini
dimenticati nel solaio,
hanno un sondino chiuso
nella bocca.
Poichè la terra è madre,
a ritornare sempre
è il frutto di stagione…
Nessuna condizione,
dunque, ha un limite
se la gestisce il cuore.
L’hanno vista volare così,
come una rondine,
sospesa nell’azzurro
incline alla terra.
L’ombra svagata,
(senza una licenza)
danzò intorno al sole,
con l’intenzione ardita…
di oscurarlo.
Lui nel suo splendore
sorrise e poi pensò con
sufficenza: che vuole ‘sta
burina con la sua presenza?
Non ha ancora capito
che io sono la luce
che accende l’universo,
e lei l’occhietto spento
di una stellina vaga.
Nel mio teatro arancione,
che si trova all’interno
della ragione, (anche se fuori
stagione) ruotano sulla scena
in continuazione, frutti maturi
di stagione, che non può darmi
la terra.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
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