Se l’occhio bistrato
del cielo
mi guarda con
protervia,
la cura preventiva
alla molestia
è abbandonarsi al
volo…
mi innalzo mi piego
sorvolo
posteggio nel posto
più giusto
rapita all’istante
da un raggio fruttato
di pesca.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.