LA VOCE DEL COLORE
Tengo per me il silenzio,
che non si può rubare…
E per contrasto sento,
la voce sfolgorante del colore.
Quale emozione!
Vedere un ciclamino che
si erge,
perchè mi vuol parlare.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Tengo per me il silenzio,
che non si può rubare…
E per contrasto sento,
la voce sfolgorante del colore.
Quale emozione!
Vedere un ciclamino che
si erge,
perchè mi vuol parlare.
Prima che la scintilla
s’accendesse…
io non sapevo di avere
in dotazione,
quindi a disposizione,
tutta la carta celeste
del creato,
per scrivere parole
ardenti come stelle,
riflesse in uno scorcio umano.
ÂÂ
ÂÂ
Mordi la mela
e senti sotto i denti
un sapore musicale.
Fragranza scoppiettante,
di neve fresca quando
cade.
Ora capisci meglio,
perchè i passeri sopravvivono
all’inverno.
Di tutto ci nutre Dio.
Senza guardare la televisione,
possiamo anche immaginare
un mondo di miracoli
che vaga dentro una bolla
di sapone.
Se prima d’ogni amore
hai confiscato il bene
in isole lontane,
devi trovare il mezzo
per tornare…
La terra nutre
una compagnia di eroi
che noi non conosciamo.
Ci sono giorni stabiliti
che non vogliamo udire
la nostra voce,
anche se la sentiamo…
poichè la croce parla
senza voce.
L’arte fanatica della guerra
ci tiene tutti in piedi
sul filo dell’ingiuria,
per tragica scommessa.
Italo
(del Foro Italico),
per come vanno le cose
nel nostro bel paese,
per delusione, per convinzione,
sei diventato per la Nazione
convitato di pietra.
Non hai più lacrime nè sorrisi
tricolori.
Insomma, ti sei tirato fuori…
Molti di noi
ti seguiranno lieti.
Cose in comune,
tra me e il primo aereo
che passa oltre le nuvole.
Tra me e il deserto,
che rappresenta l’infinito percorso
del sapere.
Cose in comune,
tra me e la solitudine,
per la mancata fisicità del
mio Signore.
Profilo di una spada acuminata,
che mentre affonda indaga.
Cose in comune,
tra me e l’ombra sacra,
che mentre occupa la strada
sfugge al linciaggio della vita.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
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