LE CONSEGUENZE DELL’ABBAGLIO
Molto d’irregolare in questa storia.
Di te, viene salvato, quel buio immacolato
dove ti vedo nitido.
Tornata in superficie l’abbaglio m’ha lasciato,
per farmi poi capire di aver spesso sbagliato.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Molto d’irregolare in questa storia.
Di te, viene salvato, quel buio immacolato
dove ti vedo nitido.
Tornata in superficie l’abbaglio m’ha lasciato,
per farmi poi capire di aver spesso sbagliato.
Quel taglio gaudioso
che affiora sulla tua bocca antica…
riflesso odioso del pettegolezzo,
per chi ti guarda in silenzio è
un’intermittente ferita che non
si chiude mai.
Da sempre,la Stupidità non ha confini.
Mentre l’Intelligenza,(che è la sorella bella),
è dall’altra confinata… “per corruzione impropria”.
Espulsa la Rabbia,
al posto suo subentra
la maestà della Memoria.
Un pensiero ristretto
ha lo spessore di una Velina.
Tenetevi in frigo
un consiglio precotto,
già pronto per l’uso.
Nel giro di un giorno affannato,
vedrete che è bell’e scaduto…
per essere usato.
Guardando in prospettiva
la quotidianità del giorno,
penso a una litania di santi,
graditi e inutili.
Scolpiti nella rotondità del tempo,
da cui non si può uscire.
Da cui ricominciare…
Niente che vada bene,
se non il braccio tondo della
roncola.
Che mentre prende taglia e sfronda,
ogni albero contorto,ogni nevrotica
boscaglia.
Quante salite inutili e quante discese libere,
nel dubbio…
Sono il progetto di un mistero.
Ho la capacità d’amare.
Dalle palpebre chiuse del silenzio,
scende una sola voce.
Sui pavimenti lucidi dell’anima
nessuna traccia di un passo.
Solo da fuori, se ascolti bene,
potrai sentire la trafittura di una saetta…
Tutto il rumore inutile della stupidità
degli uomini.
Per me, che sono Madre per amore,
entrata addominale del dolore
di tutto il Mondo.
L’eco straziato,
il grido dei bambini senza ritorno.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
© 2017 :: Tutti i testi e le poesie sono di esclusiva proprietà di Maria Grazia Nigi. Ogni uso non autorizzato sarà perseguibile per legge.