La barca del sonno
… che la barca del sonno
sia leggera,
per trasportare il peso
più irreale.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
… che la barca del sonno
sia leggera,
per trasportare il peso
più irreale.
Il fine dicitore,
(un po’ trombone)
si sta alzando in piedi
per brindare.
Guardando stralunato
i commensali,
che stanno fermi li senza
fiatare…
Mentr’egli si tormenta
un baffo per trovare la
giusta intonazione.
Tossisce un po’ e avvia
col suo vocione l’ultima
creazione.
Convinta di cotanta luce,
è di per se’ la poesia sovrana,
che se la metti alla finestra
può illuminare anche a distanza
ogni più buia via.
Ogni coscienza, ogni sfrontata
istanza, come la mia.
Dove è richiesto l’assoluto
ascolto senza andar via…
Apri le braccia, Signore.
Il cielo è in collisione con
la terra,
s’avverte l’esplosione.
Come leggere foglie,
volteggiano le anime dei
morti,
cercando la tua casa.
Signore dei risorti,
non chiudere la porta,
non ci sfrattare mai.
Niente è più temibile
della Verità .
Assassina d’ogni menzogna.
Vero è che l’Invidia,
(per consolazione)
tiene in braccio la
Morte.
Cammina con sussiego,
con insolente spirito
d’incuria.
Un imbecille,
pur nella sua
unita,
ne crea mille.
Signora, Signora,
pupilla iridescente
che non mente;
la prego, faccia un
dono…
(però non dica niente)
Vota Antonio Vota Antonio
Vota Antonio.
Contenere,
nell’unico bicchiere,
il fiele che mi fu dato
a bere.
E sostenere,
(per depurare)
sulle mie nude
spalle,
un mondo di individui
senza palle.
Ricordo bene
le tue mutande
a mezz’asta…
appese alla finestra,
(riconosciute da tutti
i cittadini)
quando t’è morta
per disgrazia,
L’Industria, L’Industriale,
e i suoi quattrini.
Ora cammini sola,
completamente modificata…
mentre passeggi e sosti
nelle piazzole dell’autostrada.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
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