L’ETA’ DEL SOGNO
Sempre di più
la notte e il giorno,
l’età geometrica del sogno
mi fanno compagnia.
In un crescendo di certezze,
intuitive,
mentre dall’alto vedo
ruotar la terra,
con distacco volitivo.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Sempre di più
la notte e il giorno,
l’età geometrica del sogno
mi fanno compagnia.
In un crescendo di certezze,
intuitive,
mentre dall’alto vedo
ruotar la terra,
con distacco volitivo.
Tra me e il mare,
l’abbraccio liquido del sale.
La Vita
come una sorpresa,
che mi colora le labbra
come il sangue.
La Notte
l’insonnia chiara delle barche
distese mollemente sulle spume.
Il Vento che trasporta
come un manto
il conto alla rovescia
delle stelle
per arrivare prima all’orizzonte,
che s’avvicina sempre
e non finisce mai…
Io so di portare
una palma di fuoco
che non spegnerò mai.
Io so della cenere
vostra,
e piango sul legno.
Io
con la mia allegria
cercavo di spazzare
le folli strade del mondo,
e gli uomini
come carte annerite
si sollevavano contro.
Se noi
potessimo spiegarci
l’attimo
in cui è costante
l’amore,
non dormiremmo
increduli.
Ora
che la grande famiglia
del Circo
ha chiuso gli occhi,
ogni animale
riproduce se stesso.
Se noi
pervasi da gramigna
resistiamo agli stenti,
questo vuol dire
che ci governa il Sole.
I bimbi,
punteggiatura azzurra
sorridente,
appesa tutto il giorno
alla finestra
a festeggiare il Sole.
I grandi,
punti interrogativi
senza testa.
Parentesi mai chiuse,
punti di sospenzione
senza fine
per un mancato
svolgimento.
Io t’immagino ricca
come una piazza
bianca
baciata dal sole
Rotonda
come la mela
succosa dell’Eden
Asciutta
come una noce croccante
caduta
tra denti di neve
Immensa
santa e severa
come una croce
Superba nel regno
nascosto…
dentro la voce
Regina suprema
velata
Parola scoperta
regina.
Dalle fauci imbrunite
della parola a
monte,
mi rispondeva
un gelido silenzio.
Quasichè
superato il ponte,
vedessi un guizzo
luminoso,
un cerchio bello
di parole.
Che rincorrendomi
animatamente,
chiedessero a me
che le pensavo,
di unirmi a loro
interamente,
per dimostrare
che le amavo.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
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