ATTRAVERSO I SECOLI
Le tante memorie
di una casa
tengono sempre
in mente
l’anima cara di chi
l’ha abitata.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Le tante memorie
di una casa
tengono sempre
in mente
l’anima cara di chi
l’ha abitata.
Ma noi,
chi siamo?
E soprattutto,
cosa vogliamo?
Così diversi da ieri…
Entusiasti e determinati
oggi,
scontenti più di sempre
domani.
Cosa diventeremo,
uno sconfinato egocentrico
altopiano?
Oppure costretti a vivere
in un campo di concentramento
da noi minato.
Finalmente,
senza nessuno avviso
d’indecenza…
torna da me l’amore,
con aggraziate forme
di riconoscenza.
Per concessione propria,
dispersi da ogni parte,
ognuno conta i suoi dolori
in disparte.
Mentre in un mondo a parte…
Minuto per minuto,
viene trasmesso un ordine
che la ragione rifugge
per non cadere a terra
fulminata.
Sui terrazzini alti
delle cose belle
fioriscono di notte
i nostri desideri,
che ai nostri occhi
sembran veri,
tanto da arrampicarci
lungo i vetri come gechi.
Per acchiapparne almeno
uno…
che non vada in fumo.
Per volontà del cuore
ti ho amato tanto
anche se non lo meritavi.
Ora che siamo pari…
Per mia consolazione
esploderemo insieme
in un raptus di beneficenza.
Tu che sei questo,
miscela di polveri d’oro
scintille di zolfo che scoppiano,
che salgono e scendono
dal fondo d’inferno.
Tu che sei questo,
un vaso soffiato nell’aria
di glicine fresco.
Un orma nel tempio,
che s’empie di acqua piovana
che scorre nel legno.
Ed io nel riquadro di pietra,
nascosta nel tempio,
mi sciolgo i capelli…
bagliori di fiamma che
accendono
le mura del regno.
Dimmi,
chi tiene più esplosivo,
tu o la guerra?
Risponde il mio nemico:
guarda, ti sbagli,
io sono un pacifista,
non prendo confidenza
con le armi.
Poi sottovoce aggiunge
prendendomi la mano:
voglio esser leale…
sarà perchè ti amo,
ma preferisco saperti
sottoterra.
Insomma,
amarti da lontano.
Nel fondo della
testa,
ogni ragione che
parte…
forse non ha ritorno.
In ogni parte tesa
del profondo,
(anche se non accolto)
entra spavaldo il torto.
Io sono i mille spiriti
che parlano
con una voce sola.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
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