LA SCELTA
Di ogni piccola
o grande cosa
scelgo sempre
qualcosa che mi
assomigli dentro.
Che mi scaldi sempre
che non mi offenda mai.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Di ogni piccola
o grande cosa
scelgo sempre
qualcosa che mi
assomigli dentro.
Che mi scaldi sempre
che non mi offenda mai.
Sempre
la nostra psiche
registra e decide
Se vivere o morire
Sul far del nascere
d’ogni pensiero
assalitore.
Se hai fatto tutti i conti
se hai riflettuto bene
ma proprio bene bene,
se tanto ti dà poco
e tutto ti dà niente,
siamo alla depressione…
Che poi in fondo in fondo
qualcosa per sperare ce l’ha
sempre;
un osso biancolucido da
rosicchiare,
uscito a forza dalle tue
stesse ossa.
Ti ho sentito dire
con voce pacata
mentre non vista
confidavi allo specchio.
Cattiva, si, voglio esser
cattiva cattiva,
se mai ci riesco…
Non tanto per rabbia
o per sbaglio,
per levarmi l’abbaglio…
esser buona mi pesa,
mi stanca, non parlo.
L’umore
è un lampo di mercurio
a scoppio,
che sale e scende
senza arrivare mai
al capolinea…
se non lo ferma
il buio della morte.
AH! Che cosa sono
le sacrosante abitudini…
Che se ti va male
hanno la forza di trascinarti
a forza dentro un tombino,
che poi diventa la tua
abitazione.
Oppure perseverando nelle
tue buone inclinazioni,
ti puoi innalzare al pari
di una stella
che a occhio nudo non
vedresti mai,
neppure al canocchiale.
Al centro della scelta
ti attende il tuo destino…
La mediocrità
è la gobba rapida
di un’ombra,
che per suo stesso
rigetto passa senza
ritorno attraverso il
sole dell’intelletto.
dell’intelletto.
In questa lunga corsa
a specchio
che ha solo qualche
breve sosta
sento di battere ogni
stella
se quella stella
è una folgorazione…
… hanno le guance sode
di una contadina,
le rubiconde cipolle
che ridono all’aperto…
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
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