FOGLIE
Questo tremito liquido
delle foglie,
che il vento accarezza e
asciuga,
mi fa pensare alla condizione
umana che ha paura.
Così arida e nuda,
senza amore.
L’amore!
Unico appiglio radioso
che ci fa tremare…
come tenere foglie.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Questo tremito liquido
delle foglie,
che il vento accarezza e
asciuga,
mi fa pensare alla condizione
umana che ha paura.
Così arida e nuda,
senza amore.
L’amore!
Unico appiglio radioso
che ci fa tremare…
come tenere foglie.
Marina!
Io non so niente
di te,
tu non sei niente
per me.
Per questo,
noi due, insieme,
rappresentiamo
il trionfo della paranoia…
Prova a salire
sulla groppa azzurra
di un cavallo alato,
che non c’è…
Poi dimmi,
come faremmo a vivere
senza la fantasia,
che ci permette di creare,
dentro la polvere del paradiso,
la stessa volta celeste
che ci contiene.
Senza esser visti !
Di fronte a questo foglio
muto,
penso,cerco, chiudo,
apro,provo…
Senza la spinta generosa
dell’azione,
io sono l’anima
di un cruciverba vuoto.
La morte
chiede la vita.
La vita
tiene lontana la morte.
In questo abbraccio forte,
noi siamo due pulsioni
indivisibili.
Parlami
come si parlano le api,
dentro l’oro feroce del sole,
attraverso le intricate stazioni
dell’aria.
La conquista primaria…
il dominio assoluto del miele.
Sulla chiusura ermetica
d’ogni cattiva coscienza,
solo la mia memoria,
passa, legge, sigilla e
incendia…
Andando su e giù
per lo Stivale…
Tutte le “posizioni estreme”
hanno la solidarietà del vizio
che le fa gemere…
In un crescendo di follia
nascosta,
sotto il tappeto
di una normalità corrotta.
Con gli occhi rosa,
di rosa,
guardi l’iridescenza dell’aria,
che nel frattempo
s’è fatta tutta rosa.
L’aria respira te,
per farsi poi respirare
da ogni rosa.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
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