MERCANTI SPORCHI
Fila, liscia come la seta,
lineare nell’accordo,
la facoltà estrema di capire
e non voler sentire quello che
è ritenuto falso e corrotto.
La conclusione ardita di negare
una brillante idea
ad un mercante sporco.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Fila, liscia come la seta,
lineare nell’accordo,
la facoltà estrema di capire
e non voler sentire quello che
è ritenuto falso e corrotto.
La conclusione ardita di negare
una brillante idea
ad un mercante sporco.
Camminerai per Firenze,
leggero, trasognato,
come cammini tu.
Con un gran caldo al cuore.
Ti penserò così,
angelo di passaggio
gabbiano imprigionato
conquista del mio sole.
Parlami se vuoi, dalla tua radio.
Quanto alla mia,
costantemente accesa…
riceverà da te,
modulazioni di frequenza
senza l’impegno di parole.
Inutile è forzare il blocco…
di madreperla rosa.
La produzione artefatta
della parola
ha la potenza tremula,
il D N A astrale
di una stella fioca.
Di colpo alla TV,
ride chiocciando una
divetta ingioiellata,
mentre propina le sue
assurde storie.
Io preoccupata mi domando,
non si sarà stancata?
E per leggittima difesa,
entro beata nel mondo
del silenzio…
L’identità trovata.
Il più bel controsenso.
All’interno di alcuni Conventi,
sprofondati dentro ambigui
misteri,
dove i canti e i digiuni
non arrivano al cielo…
Le peggiori lezioni di vita,
(verniciate di sacro fervore)
ce le insegnano i Frati e le Suore,
perchè sono infelici.
Doloroso “martirio”
per avere mentito a se stessi,
recitando una Fede smarrita.
Sognare teste fasciate
come mummie,
che non appartengono
al mio collo,
reso sottile dalla sofferenza.
Piedistallo di forza
per la mia testa scoperta.
Sui tetti alti di casa mia
passeggia un gatto altero
impellicciato.
Ha gli occhi verdi ovali
da traditore nato,
e tiene in bocca un fiore
di un rosa ciclamino.
E ride ride…
facendo roteare il suo bastone.
Mi fa venire in mente
il mio sovrano,
quando per gioco
perse l’amore e il trono.
Poverino!
Tutte le azioni stupide
hanno un alone di tensione
accesa,
Semmai guardare troppo
stanca,
chiudere gli occhi acceca…
Almenochè
al centro della sfera,
la forza di un’idea
brilli di luce propria.
Nel tempo,
porzioni di tempo passato
davanti allo specchio.
Ritratti confusi, mutanti,
messaggi bollenti inespressi…
Sperando che il cielo di notte,
almeno una volta sorrida.
Dal‚ fritto‚ affumicato dell’imbroglio,
bontà della farina
se non riesce a “infarinare”
le parole
che va dicendo il giusto.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
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