ROSSO VULCANO
Tutte le mie fragilità ,
racchiuse nel sospiro
di un fiore di Murano,
guardano con sorpresa
l’altro mio fiore…
Quello forgiato dal gelo
del dolore,
che poi diventa Amore
dentro la pancia ardente
del Vulcano.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Tutte le mie fragilità ,
racchiuse nel sospiro
di un fiore di Murano,
guardano con sorpresa
l’altro mio fiore…
Quello forgiato dal gelo
del dolore,
che poi diventa Amore
dentro la pancia ardente
del Vulcano.
Nel manto della Madonna Blu
brilla una stella.
E’ il senso positivo
di un pensiero distaccato
che è volato
dalle macerie della Terra.
Dalla luce chiara che emana,
s’intuisce,
che la Botteghina del Cuore
è di nuovo aperta…
Entrano silenziosi gli avventori
infreddoliti,
per comperare sottobanco
i sentimenti ardenti da
portare a casa tra le braccia
di chi aspetta,
questo dono misterioso.
Su queste rocce azzurre,
possenti,
alita la fermezza di un Dio
che mi parla.
Nello strapiombo tumultuoso,
il mare gonfia i battiti del vento.
Sento sugli occhi
la luce dello Spirito,
mentre fiorisce in un sussurro
la rosa della parola.
Questo eterno contrasto
di uomini e cose,
di tempi e stagioni,
di piante e animali,
ci affatica la Vita.
Una mosca suicida,
e finita nella luce perlata,
nel candore assoluto
di una tazza di latte.
Io da tempo, più viva,
sto guardando in disparte.
Mi rivedo la Vita.
Questo sporco contratto
che talvolta ci macchia la Vita.
Colgo all’istante
la giocondità del caso…
che mi fa ridere di gioia,
che m’entra direttamente
nella pancia.
Vedo salire,
(poichè anche lui sorride)
il Globo illuminato,
che per un attimo s’è dimenticato
di andare a rotoli.
Portate in Carrozza,
de un soffio di polveri d’oro,
s’accoppiano lievi
sui rami brillanti del gelso,
le azzurre farfalle di Klimt.
Lasciando sui rami di luce,
tenere spume
le piccole uova dischiuse,
dal cuore di seta.
Ho amato Oscar,
mela perfetta dell’Eden
cadutami di mano…
Qualunque sia il tuo viaggio,
la tua scia
non pensarci, Oscar,
non pensarci…
Oscar degli Oscar dorati,
di cotante meraviglie.
E di sinistre spettrali
forze notturne…
Noi siamo,
in questa momentanea
trasposizione dei tempi,
Alberghi Solitari a 5 Stelle
che cullano il deserto.
2 Torri di cristallo
che pensano in silenzio.
Ondulazioni planetarie
di chi non dorme mai…
Torri gemelle?
Si, che toccano le nubi
e i temporali
dei sentimenti umani,
così tanto vicine a respirare
senza sfiorarsi mai.
V Z T K
(volemo zozzare tutto Kuanto)
Memento: come se il mondo
fosse pulito fuori e dentro.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
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