FOLGORAZIONE
Nell’orinale? O Quirinale,
dei signori vecchi…
c’è la posata stanca dei ricordi,
che nonostante tutti i bei discorsi
non si può filtrare.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Nell’orinale? O Quirinale,
dei signori vecchi…
c’è la posata stanca dei ricordi,
che nonostante tutti i bei discorsi
non si può filtrare.
Se al posto
dei virus invernali,
potessimo trasmetterci
respiri colorati,
vedremmo volar via
in un quadro magico,
l’allegoria delle stagioni.
E noi appesi a tutti i fiori,
nel caos ridente della gioia,
senza voler posare i piedi
in terra.
Lo vedi?
A distanza di secoli,
siamo di nuovo tutti insieme
(per salvare capre e cavoli),
nell’ Arca.
Manca solo Noè,
che non sente… nè ci guarda.
Vuoi sapere perchè?
L’indifferenza che circola
nel mondo ci condanna a
vagare in quarantena.
Se io fossi un’onda portentosa,
vorrei annegare tutti gli uomini
del male.
Si rimarrebbe in pochi,
credimi,
ad arrivare all’altra sponda.
Tengo per me il silenzio,
che non si può rubare…
E per contrasto sento,
la voce sfolgorante del colore.
Quale emozione!
Vedere un ciclamino che
si erge,
perchè mi vuol parlare.
Prima che la scintilla
s’accendesse…
io non sapevo di avere
in dotazione,
quindi a disposizione,
tutta la carta celeste
del creato,
per scrivere parole
ardenti come stelle,
riflesse in uno scorcio umano.
ÂÂ
ÂÂ
Mordi la mela
e senti sotto i denti
un sapore musicale.
Fragranza scoppiettante,
di neve fresca quando
cade.
Ora capisci meglio,
perchè i passeri sopravvivono
all’inverno.
Di tutto ci nutre Dio.
Senza guardare la televisione,
possiamo anche immaginare
un mondo di miracoli
che vaga dentro una bolla
di sapone.
Se prima d’ogni amore
hai confiscato il bene
in isole lontane,
devi trovare il mezzo
per tornare…
La terra nutre
una compagnia di eroi
che noi non conosciamo.
Ci sono giorni stabiliti
che non vogliamo udire
la nostra voce,
anche se la sentiamo…
poichè la croce parla
senza voce.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
© 2017 :: Tutti i testi e le poesie sono di esclusiva proprietà di Maria Grazia Nigi. Ogni uso non autorizzato sarà perseguibile per legge.