VERSO LA FINE
L’arte fanatica della guerra
ci tiene tutti in piedi
sul filo dell’ingiuria,
per tragica scommessa.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
L’arte fanatica della guerra
ci tiene tutti in piedi
sul filo dell’ingiuria,
per tragica scommessa.
Italo
(del Foro Italico),
per come vanno le cose
nel nostro bel paese,
per delusione, per convinzione,
sei diventato per la Nazione
convitato di pietra.
Non hai più lacrime nè sorrisi
tricolori.
Insomma, ti sei tirato fuori…
Molti di noi
ti seguiranno lieti.
Cose in comune,
tra me e il primo aereo
che passa oltre le nuvole.
Tra me e il deserto,
che rappresenta l’infinito percorso
del sapere.
Cose in comune,
tra me e la solitudine,
per la mancata fisicità del
mio Signore.
Profilo di una spada acuminata,
che mentre affonda indaga.
Cose in comune,
tra me e l’ombra sacra,
che mentre occupa la strada
sfugge al linciaggio della vita.
Regole condivise
tra me e il cuore,
(separato in tasca)
per controllare meglio
le sensazioni vive.
Lui quanto me conosce
la sostanza…
gli orari per rientrare,
prima d’uscire dalla stanza.
Per non trovarsi solo
nel cuore della landa.
Se la mia testa
decapitata col diamante
fosse caduta ai piedi
di una Colonna greca,
l’erba del prato avrebbe avuto
il suo guadagno.
Ora, nell’era del facile guadagno,
questa mia testa rotola
verso l’inganno,
verso i confini preparati
dallo stallo.
Signore mio,
tienimi silenziosa
nel tuo grembo.
Finchè non sento,
l’acuta nostalgia
di ritornare al Verbo.
E’ bello addormentarsi,
sentirsi scivolare dentro
il battito
di una farfalla arresa.
Mentre nell’altra stanza
qualcuno sommessamente
parla…
Leggero soffio
di una presenza viva
che ci accompagna,
sulla privata soglia
del fluttuante salto nel buio.
Tutte le foto che noi
guardiamo,
e che ci guardano,
parlano.
Per capire cosa dicono,
basta saperle ascoltare
con distacco…
dentro un abbraccio.ÂÂ
Ma a te, chi t’indovina?
Se non la stessa volontà
divina,
che ti governa il giorno.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
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