L’ABITO DELLA GRAZIA
L’Abito della Grazia
Prima che divenisse
Candido come un giglio
Portò nelle profonde fibre
Tutte le conseguenze…
Dei colori
Le macchie dei Pittori !
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
L’Abito della Grazia
Prima che divenisse
Candido come un giglio
Portò nelle profonde fibre
Tutte le conseguenze…
Dei colori
Le macchie dei Pittori !
Tenersi per forza
Una “cara persona”
Tra i denti…
Che non vale
Il più tenero Morso…
Sottintende uno scopo perverso
Che è l’offesa più forte
Che annienta la tua dignità
Se mai ancora ce l’hai
Se mai ancora ti parla…
Tu ascolta!
In questa Angoscia Universale
Se noi perdiamo
La nostra preziosa Attività Interiore
Anche per comunicare…
Noi tutti siamo gusci vuoti senza tuorlo
Da buttare…
Il Narcisismo Maschile
Dall’alto dove ci guarda…
E’sceso talmente in basso
Da meritarsi “Ad Honorem”
Le palle firmate.
Io le “Province vostre”non le conosco
Basta vi guardi dentro gli occhi…
Conto quanti abitanti avete.
La verità notturna
E’ quella delle stelle
Che tutto vedono
Mentre noi dormiamo.
E quando ci svegliamo
Nessuno ci racconta
Quello che le stelle
Hanno individuato…
Nello sfolgorio di false Luci…
Brillo nell’oscurità donando Luci.
Questi giorni nervosi
Quanto pericolosi
Pur di apparire…
E’ tutto un’abbaiar di voci.
Ancora non distinguo
Un lampo chiarificatore
di un pensiero che illumini
La Mente e Il Cuore.
Il risveglio degli affetti sopiti
E’ sorprendente…
Nello scoppio improvviso
Che si espande gaudente
S’intravede una scritta a sorpresa
Nell’attesa di tutto… o di niente…
Un impero sociale
Sta nascendo dentro di me
Le persone più amate
Incontrate per via…
Perlopiù sconosciute
Ma di colpo pensate…
E da tempo vissute
Dentro di me.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
© 2017 :: Tutti i testi e le poesie sono di esclusiva proprietà di Maria Grazia Nigi. Ogni uso non autorizzato sarà perseguibile per legge.