NOTTE
La luna passa svelta
sui nostri sogni agitati.
Mentre trascina una coperta,
di desideri innappagati.
In mezzo a tanto buio
che mi circonda,
mi viene incontro
una sola stella…
La mia coscienza,
che s’è di nuovo illuminata.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
La luna passa svelta
sui nostri sogni agitati.
Mentre trascina una coperta,
di desideri innappagati.
In mezzo a tanto buio
che mi circonda,
mi viene incontro
una sola stella…
La mia coscienza,
che s’è di nuovo illuminata.
Nel buio rotondo
della sera,
lancio dalla finestra
un sentimento,
che trova la sua strada
lungo il muro…
Da un angolo nascosto,
esce un gattino nero
tutto illuminato.
Sembra contento,infatti non
rientra,
sfida il vento.
Poi guarda in alto,
verso di me,
coi suoi faretti d’oro,
mentre fa acrobazie gioiose
con la coda.
Per lui, io sono un’ombra
silenziosa,
forse una sorta di miraggio…
uno spicchio di formaggio.
Sento il silenzio
come una porta d’oro
che si dischiude piano.
Lo sai a quale nube
resto appesa?
E’ come rimanere in gravidanza…
Sotto di me
si muove un mondo infame,
che conosco bene.
Mentre nelle mie viscere,
galleggia in dolci acque
la speranza.
In ogni mia borsa,
puoi trovare una penna
nascosta.
Per fermare l’idea che s’affaccia…
che mi allaccia,
per scappare di corsa.
Esco dal sonno,
pronta alle note introduttive
del giorno.
Voglio stancarmi,
voglio scalare le misteriose
energie,
le calorie… che sento in corso,
in una competizione armoniosa
di piccoli imbrogli solari.
Già questo intenso fiore giallo
che fiammeggia sopra il cielo
e che si muove appena,
è una caligine di fuoco
sopra il cuore.
Un crocevia isolato
un danno che è passato
senza lasciare traccia,
per chi non ha guardato…
Un assassino che è scappato,
come s’addice a un giallo.
… Poi alla fine mi addormento,
con un cuore nuovo.
Predisposto (dentro il sonno)
all’abbandono.
Nei giorni bui dell’incostanza…
prendo il mio volto
tra le mani,
per ritrovare nel confronto,
l’altra mia vera faccia.
Niente in programma,
da ricordare…
Ma uno sfondo profondo
infinitamente bianco
che si muove lentamente
e che mi riproduce, mio malgrado.
Che fai? Lo so che sei lì, che mi aspetti…
ma è presto, ripassa più tardi.
Gia sento il respiro tuo freddo
che gela il mio sangue di vita.
Sei nera e smagrita,sei cupa e profonda,
per bocca hai una buca, una fossa infinita.
E’ tanto che chiami, ma io non rispondo,
mi offri il riposo, io voglio la vita.
Mi vuoi alla finestra, mi attendi da basso,
mi chiami pian piano, io grido alla vita.
Le braccia son lunghe, sottili, nervose,
mi vogliono in fretta, oh morte veloce!
Tu ghigni felice e aspetti paziente…
ti senti sovrana, ti senti potente.
Non prendermi ancora, ti chiedo implorante,
ho tanto da fare, ho troppo da amare.
Lottiamo se vuoi, non vedi? Son viva.
Io parlo, e tu no, tu non hai vita.
io rido, io grido, io scrivo! Io piango.
E sento il sapore del sale.
Il sangue s’è fatto più rosso,
il cuore mi batte vitale…
Il pugno è una morsa di ferro,
ti guardo, ti sfido, ti piego, la nostra
è una lotta mortale!
Tu fuggi lontana, sconfitta, ma presto
sarai di ritorno.
La fronte è imperlata di ghiaccio sudore,
son stanca, sfinita, di lotta cruenta.
Abbraccio i miei figli, ma loro non sanno,
e tu sei lontano in questo mio affanno.
Non prego, non credo, ho troppo sofferto…
Aspetto qualcosa… che ancora non vedo.
Per questo ho lottato, per questo io spero.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
© 2017 :: Tutti i testi e le poesie sono di esclusiva proprietà di Maria Grazia Nigi. Ogni uso non autorizzato sarà perseguibile per legge.