LA FORTUNA DEI SANTI
Signore, concedi anche a noi
la fortuna dei Santi,
che han subito in silenzio
(senza rancore)
il rancore degli altri.
Con la forza dei Santi.
Più d’ogni umano silenzio s’incrini la parola all’intenzione e libero il pensiero la raccolga in solitudine di spirito dove il sospiro scioglie ogni dolore.
AMETISTE // Dalle fauci imbrunite della parola a monte/ mi rispondeva un gelido silenzio/ Quasichè superato il ponte/ vedessi un guizzo luminoso/ un cerchio bello di parole…/ Che rincorrendomi animatamente/ chiedessero a me che le pensavo/ di unirmi a loro interamente/ per dimostrargli che le amavo/.
Signore, concedi anche a noi
la fortuna dei Santi,
che han subito in silenzio
(senza rancore)
il rancore degli altri.
Con la forza dei Santi.
Chi si concede sempre,
non si consuma mai?
La vela di una barca
è come l’anima.
Se non si anima…
non naviga, galleggia.
Senza approdare mai.
Se all’improvviso
il guizzo della gioia
ti prende,
accendi tanti fuochi
dentro il buio,
negli angoli più gretti
della mente.
Gli alberi sono come
figli,
respiro della crescita.
I figli sono i nostri
alberi,
frutto di un seme.
Nella preghiera
dell’immigrato,
pace e violenza
(vizio costante)
è un’aggravante…
colpo allo Stato.
Se il tempo che
viviamo,
ci sfugge tra le
dita…
lo prendo a
tradimento,
lo guardo in
sospensione,
lo brucio per
la fretta,
lo aggiusto
lo sgrido
lo graffio
lo spremo
lo accorcio
lo amo
lo allungo…
per trattenere
al massimo
un’intensissima
emozione.
Per noi, che spesso
entriamo,
nel mondo irrazionale
dell’immaginazione,
viviamo dentro case
scoperte,
come cornici a giorno.
Poi, filtrati da un orizzonte
trasparente,
che ci trasforma in cercatori
d’oro,
ci rimettiamo in gioco…
sfogliando il calendario
delle rose,
per far la conta dei miracoli.
Cuor di patata,
tenera q.b.
(secondo la cottura)
Se mai la tocchi
quando è bollente
può provocarti una
scottatura…
Per questo passa
di mano in mano
da chi ha paura.
Il palpito di due
mani protese,
è un’intesa segreta
con Dio.
Che non chiede
parole forzate.
Se penso a me
clonata,
fissata in un’altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel Mondo
in tante copie
senza un condono
di riconoscimento.
Senza una febbre attiva…
quale tormento!
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
© 2017 :: Tutti i testi e le poesie sono di esclusiva proprietà di Maria Grazia Nigi. Ogni uso non autorizzato sarà perseguibile per legge.